nove meno cinque al cubo: Ma voi sapevate?
Ahi, la schiena...
Curare l'orto è un modo gentile per guardarmi dentro, ma a volte, quando minaccia pioggia, mi prende questa fitta alla schiena... da quando ho superato i cent'anni ogni tanto ho questi dolori e, oggi che ne faccio 109, mi ricordano che non sono più un giovanotto, anche se le infusioni di geriatrina via internet fanno miracoli... veri, veri miracoli, solo al tempo dei miei genitori era impensabile vivere in salute a quest'età.
L'orto è uno spettacolo; coltivo di tutto e mi nutro di ciò che coltivo; so che quel che mi passa la previdenza è molto meglio, più nutritivo, più puro; ciononostante mi assumo il rischio di mangiarmi ciò che coltivo, al massimo qualche batterio in più sarà mio ospite e risolverò tutto con qualche seduta... sul water.
E' una limpida giornata di metà ottobre, l'aria è pura, il cielo sereno, collego una foglia di lattuga ai miei occhialini 3d e vedo lo spettacolo che non smette mai di stupirmi: da quando è stata inventata la rappresentazione musicale tridimensionale della fotosintesi non riesco più a staccarmi dallo spettacolo delle forme e dei colori che vedo; basta un grado di temperatura in più o uno in meno, il vento da sud oppure da nord, l'umidità, la stagione, il giorno, i campi magnetici stellari, qualsiasi cosa cambia ciò che vedo e sento: sinfonie nuove ogni giorno, brani direttamente ispirati da madre natura, spettacoli di una regia infinita ma ancora misteriosa, ancora ignota a tutti, ancora... mistica, forse divina. Mi ci perdo come un bambino; più invecchio e più sono sensibile a queste struggenti forme di bellezza, più mi lascio andare a contemplare quello che oggi viene visto come normale, solito... naturale.
La fortuna di essere vissuto in questo secolo (1963/2072) mi consente di godere ancora di più di tutto questo: conservo la memoria del passato che mi alimenta lo stupore del presente e mi fa vivere ogni giorno meglio, ogni giorno sembro più sano, più forte, ogni giorno vedo un futuro nuovo, vedo che posso tranquillamente avvicinarmi al trapasso, incontrare la purissima assenza di tempo nella quale essere ciò che son stato e quello che sarò.
Molti miei amici, spesso molto più giovani di me, si sono avvicinati hanno incontrato e scelto questo momento: li sento vicini ogni giorno, cantano nelle sinfonie delle foglie, mi aiutano e mi consigliano, vivo meglio grazie a loro. Spesso mi dico che vorrei imitarli.
Mi piacerebbe, ma c'è qualcosa che mi rende inquieto... non penso che la mia anima sia pura, non penso di avere uno spirito così limpido da potermi librare in quelle praterie di serenità; so perfettamente che ogni imperfezione mi rispedirebbe indietro, mi respingerebbe; vivo bene, sereno, tranquillo, ma so che non tutto nella mia vita è stato così limpido da lasciarmi sereno per sempre.
Ed oggi il mio trisnipotino me l'ha fatto notare.
Come al solito per il mio compleanno c'erano tutti: più o meno un centinaio di persone, in questi 109 anni tra i miei figli e i loro figli abbiamo messo al mondo cinque generazioni, tutti convenuti qui in questo assolato casolare sulle pendici della liguria provenendo un po' da tutto il pianeta e qualcuno da altri pianeti.
Il trisnipotino di cui parlo è un sedicenne, castano di capelli, un po' tarchiato per la sua età ma col viso ancora bambino, gli occhi scuri e profondi, i capelli un po' riccioli e spettinati, quell'aria da conquistatore del mondo che solo i sedicenni possono avere, anche se poi vivono per cent'anni e più, a testimonianza che l'adolescenza è una e una sola.
Parliamo spesso di storia, mi lascio andare a raccontare un po' di tutto (a volte invento anche qualcosa per vantarmi un po', resti detto tra noi), è piacevole discorrere con lui: non mi sembra intelligentissimo ma ha costanza e fantasia, due qualità che gli faranno conquistare ben più intelligenza di quella impressa dalle leggi di Mendel.
Sta preparando una tesina per la scuola sugli anni 20, sull'inizio del millennio, e mi chiede testimonianze di prima persona: su com'erano i tempi, la gente, le cose. Parla lentamente ma ha pensieri arruffati; si sforza di mettere in parole calme quello che per lui è un tumulto interiore a cui non riesce a dare pace.
Nonno, io ti conosco: sei una persona buona, non ti voglio ferire: voglio capire. E non è per la scuola, è perchè è così assurdo quello che cerco di mettere insieme che non mi rendo conto che tu possa aver fatto parte di quelle persone. E allora mi devi spiegare come è stato possibile che tu, e persone come te, abbia potuto permettere che tutto avvenisse.
Ho studiato il '900, le guerre mondiali, il nazismo e il fascismo, la shoah, la Serbia, e anche i massacri precedenti, i curdi, i rom, gli indiani d'America, il Ruanda; sono stati momenti di buio della ragione durante i quali l'uomo è diventato molto peggio che un animale; il potere in mani spietate è riuscito ad imporsi e ad uccidere innocenti; la gente, se non coinvolta, non sapeva: per questo è stata necessaria una guerra di liberazione, un'intervento dell'ONU, un qualcosa che ristabilisse un simulacro di ordine.
Ma voi sapevate...
Quando in Italia c'erano i campi di concentramento, i CIPE, voi lo sapevate: e siete doppiamente colpevoli, perchè conoscevate e condannavate il nazismo ma vi comportavate allo stesso modo. Non ti tirare fuori: c'era la televisione, c'era internet, tutti sapevano che persone venivano chiuse in gabbie dove morivano. Persone che venivano a cercare lavoro e trovavano morte. Persone che avete chiamato perchè avevate bisogno di braccia: ma s'erano portate dietro anche il cervello, e una volta finito il lavoro non potevano sparire, e vi hanno chiesto di vivere.
Li avete ricacciati indietro, dove sapevate che sarebbero morti.
Avete fatto leggi perchè fosse difficile per loro vivere vicino a voi.
Li avete deportati: Rosarno è su tutti i libri di storia.
Avete pensato che una persona che non ha un lavoro non è degna di starvi vicino: ma che razza di uomini eravate?
E non mi parlare della solita storia che non sapevate del colpo di stato, non sapevate che Berlusconi aveva rovesciato l'Italia. Mi dici che uno fa le leggi per assolvere sè stesso, occupa tutta la comunicazione e voi non sapevate che fosse un colpo di stato? Mi prendi per scemo?
Io ti conosco nonno, sei buono: come hai fatto a non fare nulla, a sapere e a non comandare una rivolta, una protesta, qualcosa insomma, qualcosa che ti facesse fare un gesto chiaro e pubblico verso questi uomini?
Avete innalzato muri.
Con la motivazione che il muro d'Israele aveva diminuito gli attacchi dei palestinesi, avete chiesto all'UE i fondi per costruire la barriera mediterranea; quanti ne sono morti contro quelle reti elettrificate?
Avete messo negli aeroporti gli scanner razziali, per selezionare dal genoma le persone indesiderate.
Avete lasciato morire di fame e di malattie tutti quelli al di là del muro.
Sul libro di storia c'è scritto che nel 2010 morivano 18 milioni di persone l'anno solo per l'esistenza dei brevetti sui vaccini. Persone come me, e come te, morivano solo perchè i dirigenti delle multinazionali farmaceutiche potessero arricchirsi.
E tu sempre zitto?
Come pensavate che il pianeta avrebbe potuto sopravvivere? Già solo con i muri del 2025, quelli interni, all'altezza di Napoli, era chiaro che altre persone sarebbero state abbandonate, e sempre meno sarebbero stati i benestanti... non avete per caso pensato di chiamarvi 'razza ariana'? E' stato solo dopo il progetto del terzo muro, quello di Ginevra, che le cose sono cambiate; altrementi non saremmo qui a parlare.
Se non ci fosse stata l'influenza B... penso che il pianeta sarebbe finito male.
Vi ha decimati tutti, voi europei, quasi tutti, sono sopravvissuti solo quelli più forti: tu ti eri già chiuso in montagna e non l'hai neanche sentita, forse non avevi nenche più tv e internet, mi pare che me l'avessi già raccontato.
Invece il ceppo resistente si è sviluppato al di là del muro; tra i poveri del mondo l'influenza B non aveva successo, anzi, le persone resistevano bene; anche perchè la resistenza al virus avveniva tramite la diffusione di un antivirus trasmissibile per via sessuale, esattamente come quella vecchia malattia, l'AIDS.
Quando i pochi che da fuori avevano accesso alla comunicazione all'interno del muro videro la decimazione e la miseria che avvenivano in Europa cercarono di venire a salvarvi: ma le vostre mura erano troppo alte, le difese troppo ben curate ed autosufficienti, ci mancò poco all'ecatombe... finchè, in qualche modo, i muri furono aperti.
Sul libro di storia ci sono ancora i manifesti dei leghisti che chiedono agli africani di fornicare con le loro mogli, per diffondere l'antivirus....
Ed è da allora che siamo rinati come pianeta, che abbiamo impiantato una nuova economia basata sul rispetto della persona e della natura, dove c'è prima la salute della persone e poi tutto il resto... ed è anche per questo che tu nonno, a 109 anni, sei ancora qui a parlare con me.
Però, veramente, non posso che arrabbiarmi con te per quello che hai fatto, o meglio, per quello che non hai fatto; se la tua generazione si fosse svegliata prima avrete salvato molte vite, evitato dolore e distruzione, sareste vissuti molto meglio.
Sei buono, ma non posso che fartene una colpa, nonno; spiegami perchè non vi siete mossi.
...ed io resto muto davanti al mio trisnipote.
Molte volte ho pensato a cosa rispondergli, ho cercato le parole, i modi, i pensieri giusti; ma non ci riesco, l'unica cosa che mi viene in mente è che sono stato manchevolmente colpevole e che sono vissuto in tempi bui, dove il profitto era il vero padrone delle nostre vite.
Lo guardo con occhi un po' tristi, mi pesa la mia poca limpidezza, il ricordo del mal di schiena... e gli rispondo che sì, ha ragione, non ho fatto nulla per impedire il grande scempio.
Anzi, qualcosa l'avevo fatto, nel 2010... mi pare... ero un po' sfiduciato che potesse servire, ma per cercare di avvisare tutti avevo scritto un racconto...