18 - I tacchi a spillo di San Cristoforo
Si erano fermati a prendere un caffè al bar sotto la Sacra; la brezza fresca ristorava dalle calure della città e lo sguardo, esplorando intorno, si spostava da una parte sul panorama verso la valle e dall'altra sull'abbazia che presentava il suo fianco imponente.
L'atmosfera era gioiosa e giocosa, da gita scolastica, i discorsi in auto avevano creato una complice intimità tra di loro.
Cercando di punzecchiarlo Verdiana chiese:
"Krueger, non c'era bisogno di portarmi fin qui; mi hai spiegato bene, in auto, cosa c'è dietro ad un tacco a spillo, ora comincio a capire. Mi piace questo posto, ma non capisco perchè hai voluto venire fin quassù."
"Non ho ancora cominciato a parlare dei significati simbolici delle scarpe col tacco, tutto quello di cui abbiamo parlato non sono che premesse. Tu sei veramente convinta di passare la giornata a parlare di simbologie, religioni, abbazie ed altre cose ammuffite con un vecchio prete? Sono discorsi forse pesanti, ho paura di stufarti."
Lei pensò che in realtà non vedeva l'ora che la stufasse; se fosse successo lui sarebbe diventato, per lei, una persona come tutte le altre, invece no, non si stufava mai ascoltarlo e per questo si sentiva così attratta da lui, così era schiava di quelle sensazioni e di quei rossori che le facevano perdere il controllo. Lei, proprio lei! Così brava a controllare gli uomini, a stimolarli, a sfidarli, a portarli a superare i loro limiti invalicabili, lei così sicura e fiera di sè, lei mistress e padrona, la donna altera con la frusta, provava un senso di fastidio nell'essere così vulnerabile nei suoi confronti e, insieme, nel provare un desiderio così intenso di frequentarlo.
"Oh, se mi stufo te lo dico; tu parla, spiega, dimmi le cose che sai; le voglio stare a sentire, mi interessano, davvero. Quindi da ora comincia la parte... specifica? Quella proprio sulle scarpe?"
"Si, andiamo verso l'abbazia, ma devo ancora farti qualche premessa."
"Che paaaalle, prof!" Disse lei ridendo, ma mostrando un viso estremamente predisposto all'ascolto, gli occhi spalancati a cercare di assorbire le sue parole.
Lui guardava quegli occhi spalancati su un sorriso fiducioso e ne subiva il fascino.
Come un sole d'inverno quel sorriso riscaldava rami spogli, ma non secchi, della sua anima.
Si avviarono sul vialetto, lungo circa trecento metri, che dal pianoro del bar conduce all'ingresso della Sacra.
"Quello di cui ti parlo è qualcosa che si perde nella notte dei tempi, qualcosa che era ben conosciuto dai maestri costruttori di cattedrali e che si presenta in modo particolarmente forte nelle chiese romaniche, cioè quelle costruite fino al 1200-1300 circa; questa Sacra è proprio una di quelle, anche se ha subito rimaneggiamenti. Lo scopo di un edificio di culto va ben oltre a ciò per cui lo conosciamo; in realtà è una specie di... come dire... astronave, un mezzo organizzato per viaggi interstellari, in mondi superiori."
Lei si fece seria:
"Krueger stai scherzando? Ti reputo una persona seria, mi prendi in giro?"
Lui si fermò un attimo a guardarla; ormai lei aveva capito che era la premessa per esporre un pensiero che gli stava a cuore.
"Verdiana sono solo all'inizio. Con questo viaggio ti porterò lontano, se vorrai sentirmi; capisco che suoni inusuale però dammi fiducia, seguimi."
Consapevole di esporre concetti non così normali, camminò più piano guardandola spesso negli occhi; lei sentiva il carico di quegli sguardi su di sè e si chiedeva se sarebbe stata in grado di capire, perchè era ovvio che dietro alla superficiale astrusità di ciò che stava dicendo c'erano invece cause fondanti ben solide, pensieri complessi, costruzioni filosofiche.
Costruzioni che albergavano nella mente di quell'uomo da cui era affascinata, di cui non conosceva la storia, i genitori, la situazione; la impossessò un desiderio struggente di sapere tutto e di più, voleva fargli un mucchio di domande, ma si morse il labbro per tacere, mentre lui riprendeva intenso:
"Una chiesa, come la realtà materiale tutta che conosciamo, si fonda su tre assi principali; assi che si incrociano in un punto 'magico', nel senso di caratteristico, significativo e 'potente'.
Il primo di questi assi è quello verso cui è rivolta la direzione longitudinale della chiesa, quello che va dalla porta di ingresso verso l'altare o viceversa; visto che le chiese devono essere orientate con l'abside verso est, dove sorge il sole, questo risulta l'asse est-ovest; chiaro?"
"Si, certo, fin qui ci arrivo, parola di boy-scout."
"Bene; ad un certo punto di questo asse, si pone l'incrocio con un'altro asse, quello nord-sud, che incrocia quello precedente. Tipicamente l'incrocio avviene a metà del transetto, o sotto la cupola, individuando la posizione esatta del punto in cui deve essere posto l'altare, o meglio, l'officiante davanti all'altare.
Anche i romani, quando fondavano una città facevano le stesse operazioni: l'asse est-ovest era il decumano maggiore, cioè la strada principale, che veniva intercettato dal cardo maggiore nord-sud; intorno a queste due direzioni si tracciavano le strade. A Torino il decumano è via Garibaldi, il cardo via porta Palatina e il seguito di via san Tommaso, per esempio."
Dal vialetto vedevano Torino lontana, nella pianura. Verdiana non sapeva queste cose e si stupiva che lui le conoscesse così bene da darle quasi per scontate, e se lo figurava mentre passeggiava con lei in via Garibaldi pensando di percorrere il decumano maggiore, la strada tracciata dai romani, mentre lei aveva invece pensava a guardare le vetrine. Che differenza.
"Quindi di qui discende la croce, simbolo dei cristiani?"
"No Verdiana, non è così semplice, per la croce dobbiamo fare altri discorsi, che comunque in parte c'entrano con quanto voglio dirti. Esattamente in quell'incrocio degli assi a livello dell'altare si pone l'asse verticale che va dal basso all'alto. Se c'è una cupola, quest'asse ne intercetta il centro; quindi il punto 'magico' è l'incrocio dei tre assi che individua la posizione che deve mantenere un uomo esattamente davanti all'altare per 'catturare' tutte le energie simboliche del luogo. Questa è la vera croce, che oltre a quella conosciuta dovrebbe comprendere due bracci in più per segnare il terzo asse.
Una croce 'vera', quindi non è disegnata su un piano ma raccoglie la realtà tutta, il mondo intero, è una croce tridimensionale a tre assi.
Se vuoi vederne l'espressione più vera, più umana, guarda il sacerdote quando celebra la messa e recita il padre nostro: è esattamente nel punto giusto della chiesa, il suo corpo ne intercetta la verticale, le sue braccia aperte l'asse nord-sud, il suo sguardo l'asse est-ovest: lui è il mondo, in quel momento."
Verdiana era completamente catturata dallo sguardo estatico di quell'uomo, sentiva che la stava risucchiando, che tutto il suo sapere diventava un vortice in cui era dolce lasciarsi andare. Si fece forza, resistette a quel vortice per amore di sè stessa e della propria individualità, e per sdrammatizzare disse:
"Oh. E porta i tacchi a spillo? Questo è il senso di tutto?"
Krueger capì perfettamente il tentativo di smarcarsi dalla pressione, provò una tenerezza infinita per quella donna che conosceva così poco e che gli suggeriva così tanto.
"Calma Verdiana, calma, ci arriviamo."
"La chiesa stessa è costruita in un certo modo ed è una rappresentazione del mondo; per questo tipicamente il soffitto è a volta perchè rappresenta la volta celeste, spesso c'è una cupola tonda, simbolo del divino, che scendendo diventa un transetto quadrato, simbolo della materialità terrena; il raccordo tra il tondo e il quadrato segna quattro lunette nelle quali di solito viene posto il tetramorfo, cioè il simbolo dei quattro evangelisti, in questo modo il Libro diventa il raccordo tra il divino ed il terreno, ciò che fa diventare il divino materialità, in poche parole l'incarnazione, e questo ti spiega perchè la religione cristiana si dice rivelata, cioè 'spiegata' attraverso il Libro che è il collegamento tra il Dio e l'uomo, tra il divino e il materiale, tra la trascendenza e l'immanenza."
"Krueger... ti ho perso..."
"Non fa nulla, mi sono lasciato prendere dal discorso, torniamo a noi. Quindi l'incrocio degli assi è il punto più potente; lì al centro c'è l'uomo, e intorno ad esso la chiesa che è una rappresentazione del mondo intero; capisci questo doppio salto uomo - chiesa - mondo che si concentra nel punto di emanazione di tutte le direzioni? Diventa così chiaro che nell'uomo è rappresentato il mondo intero, ed il mondo intero è rappresentato nell'uomo, la chiesa diventa il veicolo, il mediatore, la potenza materiale che eleva l'uomo all'essere il mondo e che racchiude il mondo nell'uomo: l'astronave."
"La prossima volta ti chiederò di parlarmi delle pantofole di peluche con le orecchie e gli occhioni da cucciolo..."
"Le orecchie e gli occhioni sono una simbologia della città di Dio di sant'Agostino che s'impermea dello spirito neoplatonico planando sul luppolo della birra ambrata che a sua volta riflette..."
"Krueger! Non mi prendere in giro!"
Così ridendo erano arrivati di fronte all'ingresso; situato qualche decina di metri sotto la chiesa, permette l'accesso al complesso abbaziale; si sale attraverso quello che viene chiamato lo Scalone dei Morti, dopo il quale si oltrepassa il portale dello Zodiaco e, dopo qualche scala, finalmente si entra nella chiesa.
"Ma se quello che mi dici è vero la chiesa non è una... casa, un edificio, è invece un luogo in cui si manifestano cose magiche!"
"E' una ierofania, cioè una manifestazione di Dio già solo per come è fatta; questo per le chiese romaniche soprattutto. Capisci che il mestiere di costruttore di cattedrali è molto di più dell'essere mastro muratore o architetto; è l'opera di chi riesce a condensare nella pietra la sapienza dell'umanità."
"E cosa c'entra Dio? Ho detto magica, non ho parlato di Dio."
"Ok, va bene, hai ragione, ho fatto qualche passaggio di troppo. Dovremmo prima intenderci su cosa intendiamo come Dio per poterne discutere, e non lo voglio fare ora. Comunque, ottima osservazione."
"Grazie prof! Sta di fatto comunque che è un luogo speciale! Dovrebbero mettere i cartelli; attenzione, luogo speciale, o voi che entrate, ricordatelo!"
La guardò illuminato.
"Bravissima Verdiana, bravissima, sei veramente forte! Ed è proprio questo cartello che c'è in quasi tutte le chiese romaniche; ma essendo la popolazione di allora, quando venivano costruite le cattedrali, in gran parte analfabeta, si mettevano, come vedi qui, dei leoni all'ingresso ad indicare proprio quello che volevi fosse scritto sul cartello, così chiunque sarebbe stato avvisato che oltre quella soglia ci sarebbe stato un luogo diverso, uno spazio sacro, uno spazio di qualità diversa rispetto al resto del mondo. Posso chiamarlo sacro? O vuoi continuare a chiamarlo magico?"
"Sacro va benissimo, mi è chiaro! Li vedo i leoni, scolpiti lì. Ma perchè hanno le code intrecciate?"
"Questo ci porterebbe lontano, per ora saltiamo, guarda invece in alto."
Erano alla base della Sacra; mentre prima ne vedevano un fianco ora la stavano vedendo di fronte, da est, esattamente sotto l'alto baluardo che ne definisce il lato rivolto verso oriente; l'altezza, la verticalità, la pietra, la forma, tutto incuteva rispetto e potenza, sacralità e forza.
"Vedo qualcosa di quello che mi dicevi: sopra tondo, sotto quadrato. Ma è altissimo! E quella forma rotonda lassù, semicircolare mi ricorda... beh ecco... no non te lo dico, che di scarpe non mi hai ancora parlato."
"Ok, ma mi sa che cominci ad intuire; entriamo."
Entrarono nello Scalone dei Morti; una scala in pietra prima stretta poi sempre più larga si avvinghiava a spirale intorno ad un massiccio potente pilastro centrale che in alto si dipartiva in quattro archi a sorreggere il soffitto.
Gurdando in alto, Krueger riprese:
"La prima base di questa abbazia era una piccola chiesetta; nel tempo, hanno cercato di allargarla; ma la punta del monte era veramente stretta. Così hanno costruito una terrazza sulla valle su cui appoggiare la nuova più grande chiesa. Sotto questa terrazza era necessario qualcosa per sorreggerla ed è il pilastro che vedi qui. Questo pilastro sorregge la chiesa; o meglio sorregge il transetto, la parte centrale in cui c'è l'altare"
Verdiana, che sorbiva beata questi iscorsi, ebbe una illuminazione:
"E' l'asse verticale!!! L'ho capito, è lui!!"
"Bravissima Verdiana, è proprio quello, l'asse verticale in tutte le chiese simboleggia la salita dal mondo dei morti alla rinascita celeste passando per la vita; proprio per questo sotto l'altare, nelle cripte, nelle chiese romaniche venivano sistemati i morti, proprio per questo qui c'è lo Scalone dei Morti. L'asse verticale è quello che testimonia la resurrezione, la rinascita, la forza verso l'alto. Solo qui l'ho visto presentarsi in modo così palese, netto e forte; è quello che Mircea Eliade chiama una cratofania, cioè una manifestazione della potenza di Dio."
Lui le cercò lo sguardo, agganciò gli occhi, e disse, intenso:
"E questo, Verdiana, questo è il tacco a spillo."
"Ma dai! Il tacco a spillo una manifestazione della potenza di Dio!"
"No, aspetta.. non così direttamente. Volevo dirti che questo è uno dei migliori modi di rappresentare la potenza della verticalità, il valore dell'innalzare, del portare in alto, del concetto di asse sottile, che è ciò che ci porteremo dietro per spiegare le scarpe. Ma in questa abbazia c'è qualcosa in più, una rappresentazione simbolica della scarpa che però è frutto solo della mia fantasia, ma che schematizza perfettamente quello che ti voglio dire, e che funziona benissimo per spiegare i motori simbolici. Per adesso, per gioco, pensa a questo pilastro come se fosse un tacco a spillo. Cosa ti aspetteresti di vedere al di sopra?"
"La parte che sostiene il calcagno, e la parte tonda che chiude la calzatura dietro al piede in alto"
"E infatti... c'è; ti ricordi l'abside tonda, vista dal basso mentre eravamo fuori? Non ha esattamente quella forma? Quindi abbiamo il tacco, il transetto che fa da base e l'abside che chiude dietro al piede".
"Oh Krueger.. era proprio quello che avevo pensato, ma mi sembrava così impossibile da non poterlo dire! Ma se fosse così dovremmo aspettarci, per analogia con la scarpa, una chiesa in discesa a rappresentare la parte centrale, che da quel punto e verso ovest si abbassa verso la punta del piede che tocca terra."
La guardò con grande soddisfazione, che lei si appuntò sul petto come una medaglia.
"Infatti.. ma è presto per parlarne, saliamo sopra per rendercene conto."
Salirono dallo Scalone dei Morti e passarono attraverso il portale dello Zodiaco; Verdiana capiva che lui avrebbe voluto fermarsi e dirle mille cose, ma si stava trattenendo per non confonderla. Si fermò solo a farle vedere il segno del cancro, di cui avevano parlato prima, scolpito su uno dei fianchi del portale. Lei inoltre vide che il suo sguardo indugiava in particolare modo sulle melusine e che ne risultava affascinato; gli occhi correvano dalle melusine a salire in verticale, a cercare i fianchi della chiesa più in alto. Per un attimo rivide in lui quello sguardo che l'aveva fatto conoscere in Duomo, e, insieme, non potè evitare di collegarlo agli sguardi di molti dei suoi clienti nei momenti di soddisfazione; così simili, così vicini.
Entrarono in chiesa; prima dell'ingresso Verdiana notò sul portale i visi scolpiti di quelle che sembravano creature fantastiche, sopra al portone, e ricordò: attenzione, stai entrando in un luogo magico! Ovviamente non si aspettava di trovare una chiesa in discesa come una scarpa col tacco, ma fatti pochi passi all'interno, guardandosi intorno non potè reprimere un grido:
"Kruger, E' vero! Guarda! guarda!"
Era entusiasta come una bambina.
Il punto più alto della chiesa, cioè il transetto, proprio quello sostenuto dal pilastro, era un grande pavimento di pietra. Dopo questo si abbassava di un gradino per dare spazio ad un'altra parte di pavimento, poi un'altro ancora, e così in totale per quattro volte fino a discendere nel pavimento della parte della chiesa riservata ai fedeli.
"Kruger! Avevi ragione! E' pazzesco! Una scarpa! Ma come facevi a saperlo? chi te l'ha detto? Oh, ma sei... fantastico! Magico!"
"Verdiana... parla più piano.. siamo in chiesa e stai parlando con un prete, un po' di contegno verso l'abito che porto!" Le disse con un largo sorriso.
"E' un gioco, Verdiana, non è stata certo questa l'intenzione di chi ha progettato quest'opera imponente. Tuttavia le forze messe in gioco per costruire questa chiesa possono essere ricondotte a quelle stesse per cui esiste la fascinazione per i tacchi a spillo, e per cui alcuni tuoi clienti non vogliono altro che questo o per cui la moda continua a proporre quel modo di camminare così scomodo e così bello."
"Come? Ricondotti? E' così chiaro! E' palese! D'ora in poi voglio solo più tacchi a spillo."
"No, aspetta, non confondere i piani. La Sacra non è una scarpa; cerchiamo di ricondurre tutto a ragione. Siediti."
Lei si sedette in un banco e frugò nella borsa. Ne emerse una scarpa nera di vernice, bellissima, di marca, con un tacco vertiginoso, l'interno morbido in pelle color carne, nello stile classico più puro e pulito di questo tipo di calzature; la guardò con esagerato rispetto e poi la pose sul banco di fronte a lei come fosse un prezioso tesoro. Notò che Kruger era stato un po' destabilizzato da quella mossa, che non riusciva a distogliere gli occhi dalla scarpa ma che cercava anche di controllare se qualcuno li stesse osservando.
C'erano più persone a custodia del luogo, in parte volontari ed in parte sacerdoti rosminiani; non sembravano notarli, l'aria pigra del primo pomeriggio invadeva il luogo infondendo sicurezza alla loro clandestinità.
Lei concentrò alternativamente lo sguardo sulla scarpa e sulla chiesa, si sentì forte e in pieno controllo, come nelle migliori sessioni con i suoi clienti ed il tono con cui parlò non ammetteva repliche.
"Krueger, siedi. E parla."
"L'uomo tende verso l'androginia, come nostalgia del paradiso perduto; per questo quando incontra simboli che portino ad esaltare la donna viene 'fascinato' e diventa preda di potenze che non controlla. Ciò vale sia per una donna fisica e esterna che per la parte femminile presente in ognuno di noi, maschi e femmine.
Queste macchine simboliche che sono i tacchi a spillo concentrano ed esaltano più potenze. Una è quella del materiale con cui sono costruite; ma ne abbiamo già parlato.
Un'altra è questo simbolo dell'asse verticale, della potenza del passaggio dalla morte alla rinascita; 'funziona' sia come simbolo verticale 'di per sè', per il fatto di essere verticale e dritto, sia come strumento per innalzare la donna, per portare in alto la parte femminile, per elevarla, per renderla più pura, per darle il ruolo che le spetta, un poco sopra il resto. Sai bene che la trinità non contempla figure femminili; il cercare di mettere completamento a questa mancanza è una delle correnti sotterranee che scorrono nel cristianesimo. Ma, anche di questo, è bene parlarne a parte.
Alla esaltazione del cosidetto 'eterno femminino' contribuisce ciò che vediamo qui: il concetto di elevazione tramite una salita, tramite gradini, tramite un percorso da fare in ascesa. Se non fosse così anche un semplice mattone potrebbe funzionare da 'elevatore'; ma, naturalmente, scarpe fatte a mattone non provocano molto fascino. Il percorso in salita, dalla punta a tacco, 'porta su', eleva la femminilità."
Lei si sentiva viva, come non mai, prepotentemente viva, come se per la prima volta vedesse il mondo per il significato che ha; e sentiva quell'uomo come una porta, come un angelo che le stava rivelando verità alle quali non aveva mai avuto accesso. Non aveva più rossori, non era più impacciata; era sicura di ciò che voleva, e lo disse.
"Ti prego, continua. Non smettere mai."
"Questo concetto della salita, invece, ha importanza fondamentale come avvicinamento al 'santo dei santi', che si perde come idea nella costruzione del Tempio di Salomone che a sua volta si ispira all'Arca dell'Alleanza come modello per glorificare il Signore.
"Stringi."
"Le chiese romaniche sono sempre costruite lasciando in basso i fedeli e poi, tramite una salita tipicamente fatta da gradini, salendo verso il 'santo dei santi', cioè la zona più sacra, a volte ancora separata da veli, alla quale solo i sacerdoti possono accedere. Questa forma della scarpa porta appunto dal basso, dove c'è la punta 'al santo dei santi', che è la donna che è stata elevata dal tacco. Capisci bene perchè le scarpe con la zeppa non funzionano altrettanto bene come motore simbolico."
"Perchè partono già da un certo livello, cioè non è tanto importante dove sia la punta, ma la salita che si deve fare per passare dalla punta al tacco."
Lo stava dicendo passando il dito all'interno della scarpa, sensualmente, quasi ipnotizzata da quell'oggetto.
"Santo cielo Kruger, quante cose."
"Aspetta, potremmo ancora parlare del cinghietto alla caviglia."
"Ne avevamo parlato, parlando di legami e del... come si chiamava il cosino della fibbia che entra nel buco?"
"Ardiglione. Ma non è di questo che ora voglio parlarti; certo, la forza della simbologia del legame esiste. Ma oltre a quella il cinghietto può fare proprio da velo, da separatore, distanziare quella che è la parte volgare, nel senso 'per il volgo', quella bassa e sulla punta da quella elevata, cioè costituisce una separazione per elevare. Soprattutto quando i cinghietti sono due, o il cinghietto è molto largo e separa nettamente ciò che c'è sotto da ciò che c'è sopra.
Dovrei portarti a Santa Maria di Vezzolano: lì c'è proprio un muro, a metà chiesa, che divide le due parti."
"Kruger, ma hai una chiesa per ogni modello di scarpa?"
"No, ho una chiesa per ogni gioia che risplende nel creato. Ma adesso abbiamo aggiunto un altro motore simbolico, riassumiamo: materiale, verticalità con il tacco, ascesi con la salita, legame con il cinghietto, separazione della parte più sacra."
"Ho fatto il pieno, Kruger. Mi hai veramente stupito oggi, mi hai fatto vedere cose che nessun altro uomo mi aveva mai prospettato. Sei potente."
"Ok, smetto. Ma ora vieni, voglio mostrarti qualcos'altro".
Lei prese la scarpa ancora sul banco sotto gli occhi sospettosi dei volontari e si diressero verso la parte destra del transetto, nella cappella laterale. Krueger appoggiò la mano sull'altare di pietra, chiuse gli occhi, quasi a sentire sensazioni. Li riaprì sorridendo:
"Vedi, questo è un altare"
"Lo vedo bene!"
L'altare era in pietra e costituito da una tavola sorretta al centro da un grande pilastro quadrato e ai lato da quattro colonne laterali.
"Intendo dire che questo è un vero altare. Questo ha potenze molto più elementari e forti del tacco a spillo; ma non te ne parlerò ora, magari un'altra volta. Vedi le quattro colonne, ti ricordi del tetramorfo? La grande colonna centrale, invece, è quanto rappresentato dalla quint'essenza dell'alchimia. Non te lo dico per stupirti, ma per farti sapere quant'è magico, o sacro, o divino, questo posto.
Alza gli occhi: guarda."
Sopra all'altare un affresco rappresentava san Cristoforo, con il bambino in spalle e le gambe nell'acqua.
"Conosci la leggenda di san Cristoforo, che traghettava le persone da una parte all'altra del fiume, finchè non si trovò a traghettare un bambino pesantissimo, che in realtà era il Cristo e pesava come il mondo?"
"Ehm... ecco.. ero assente quando l'hanno spiegato... era morto il gatto o avevo l'influenza..."
Lui sorrise divertito.
"Non importa, guarda nell'acqua, tra le gambe di san Cristoforo."
"Ci sono pesci e.. ma quella è... si... la melusina! La riconosco!"
"Bravissima, e qui siamo proprio sopra alle melusine che abbiamo visto scolpite nel portale dello zodiaco."
Lei ricordò il suo sguardo attento e curioso quand'erano sul portale dello Zodiaco.
"Ah si? E perchè?"
"Non lo so."
"Come non lo sai!! Tu sai tutto!"
"No, non lo so, non ne ho idea, sto cercando di capirlo."
Lei guardò il suo sguardo corrucciato con una tenerezza infinita, e le disse sorridendo:
"Ma se non sai nulla che mi hai portata qui a fare?"
Tornarono a valle, ridendo e scherzando e bevendosi una birra nell'aria del pomeriggio al bar sotto la Sacra.
Poi proseguirono in auto verso Torino, felici.
Krueger sapeva benissimo, come aveva imparato e si ripeteva, che avere un giorno di felicità era come tirare una pietra lontano, legata ad un elastico; prima o poi sarebbe tornata indietro colpendolo, perchè ad ogni gioia corrisponde un dolore.
Era pronto a tutto questo.
Ciò che non sospettava in quel momento, era quanto forte sarebbe stato l'elastico.
E quanto pesante la pietra.
[sacra di San Michele della Chiusa, cappella laterale destra, affresco di San Cristoforo]
C'è la pagina Facebook di Krueger, e il romanzo si può approfondire e comprare su krueger.losero.net.