25 - Marmo che parla
"Padre Krueger, domani è l'ultima domenica in cui la mia famiglia sta qui a Torino; le andrebbe di pranzare con noi, domani?"
Il preside gli stava chiedendo un favore che non poteva negargli; in fondo, la cena con lui e famiglia era stata piacevole; acconsentì volentieri.
"Va bene, allora domattina ci vediamo alla messa in Duomo e poi andiamo a pranzo insieme. A domani."
Passò al bar sotto casa di Verdiana, la avvisò e lei scese, anche se aveva poco tempo a disposizione.
Bastarono poche parole per metterlo a disagio; gli disse che era venuta la polizia, che sapeva del suo mestiere e delle loro frequentazioni; e che sospettavano di lei per l'omicidio. Gli disse del comportamento dell'ispettore, dell'attenzione al vestito viola, delle domande su dove fosse stata lei nell'ora dell'omicidio, e di dove fosse stato lui.
"Ho detto che eri qui, a casa mia, quella sera."
"Si ci sono venuto ma io.. non ti avevo sentita, non sapevo ci fossi"
"Io sento ogni movimento che fai. E ho detto che sei stato qui tutto il tempo, da mezzanotte alle tre."
Dicendolo, Verdiana lo guardava in viso per scorgere eventuali reazioni; ma non notò nulla di particolare.
"Scusami Krueger, ora devo andare, devo prepararmi, ho qualche sessione impegnativa oggi."
Lui rimase solo e passeggiò nel mattino afoso.
La situazione stava precipitando; e non c'era modo di uscirne.
Ora anche Verdiana era sospettata; per il tipo di morte, e per il vestito viola; lo stesso dell'omicida.
Ovviamente anche lui in qualche modo era sospettato, come mandante, essendo l'unico che sembrava potesse aver motivi per uccidere.
Il motivo era dovuto all'accusa di pedofilia, che tirava in ballo Minah; sarebbe anche lei presto entrata in questo giro di accuse e testimonianze? Voleva assolutamente evitarlo.
Inoltre lui sapeva bene com'erano andate le cose, sapeva del preside, delle sue inclinazioni da sissy maid, del vestito viola che aveva portato a lavare, dei motivi che aveva per mettere a tacere l'accusa di pedofilia... ma perchè aveva dovuto ucciderlo in quel modo, con quella messinscena? Per deviare i sospetti? Nulla era chiaro, nulla si chiariva; anzi, le cose stavano peggiorando.
Di umore malmostoso, non potè che pensare alla melancolìa, a quello stato di tristezza che letteralmente significava 'nero colon', cioè pancia nera, e a quanto questo stato e questo concetto fossero vicini alla 'nigredo', allo stadio alchemico in cui l'uomo muore a sè stesso, va in putrefazione, stadio indispensabile a qualsiasi crescita successiva.
Pensò di conseguenza alla sua teoria dell'elastico; doveva essere vera in entrambe le direzioni quindi se in questo momento si trovava in uno stadio così scuro non poteva che presentarsi a breve uno stadio più chiaro, una chiarificazione, un chiarimento, una 'albedo'.
Fu proprio pensando a quanto fosse scuro il momento che gli si presentò una nuova parte della visione.
Da qualche tempo la visione aveva assunto contorni più nitidi, anche se non riusciva più a distinguere esattamente la visione stessa dal ricordo che ne aveva; ma ormai era chiaro che lui e la donna stavano percorrendo un rito; prima quella strana danza con i fiori, poi i mantelli che cadono e a questo punto... avveniva qualcosa che lo lasciava molto interdetto. Il proseguimento vedeva la coppia coricarsi nella terra e succedeva qualcosa di intermedio tra il congiungersi carnalmente ed essere sotterrati; a volte era più netta una delle parti, a volte l'altra. Continuava a chiedersi chi fosse il regista di queste visioni, in quale delle parti della sua testa albergasse, quale potesse essere il significato di tutto questo.
Al mattino seguente partecipò alla Messa in Duomo; gli aspetti esteriori del rito lo avevano sempre colpito per la profondità dei significati che spesso rimanevano celati alla maggior parte delle persone. Vedendo entrare i celebranti preceduti dai turiboli dell'incenso, ragionò sui concetti di sacrificio e di 'mangiare dio', così connaturati con il rito, ed il fumo dell'incenso divenne il fumo del sacrificio con cui si immola la vittima.
Un sacrificio di Dio, si andava a celebrare il sacrificio di Dio; un Dio che si sacrificava 'per i nostri peccati' diceva la teoria, ma se la colpevole era l'umanità, non doveva essa stessa a subire il castigo? Se però Dio la discolpa bisogna presumere che non l'umanità sia colpevole, ma Dio, e per questo sia lui ad assumersi il castigo. Quale Dio avrebbe mai voluto la morte del proprio figlio, se non per punire sè stesso? Dio era il colpevole, e solo l'uomo lo poteva redimere.
Lo pensò, e quindi smise subito di pensarlo; sapeva che questi pensieri lo portavano troppo lontano, su sentieri sui quali aveva lasciato il lume della ragione già troppe volte.
Ma la nera kemia, la nera terra dell'alchimia, saliva nei suoi pensieri, lo tentava, lo circuiva: liberare Dio dalla materia, estrarne l'essenza, renderlo vivo per applicarlo su tutto e ottenere... oro, ottenere senso, da tutto.
Da quando aveva collegato l'alchimia con la psicologia del profondo, interi mondi a ripetizione gli si erano aperti dentro; l'inconscio collettivo come immagine di Dio, l'identità tra ciò che è fuori della persona con ciò che ha dentro per dare unità e senso al mondo e al tempo infiniti, tutti questi pensieri... non ci stavano nella sua testa. Doveva deliberatamente escluderli, limitarli, ordinarli, per non esserne sopraffatto.
La messa era finita, e lui s'era perso nei suoi pensieri; uscì sul sagrato e aspettò il preside con la sua famiglia.
I marmi brillavano al sole; le figure lo interrogavano, ma non davano risposte; sembravano dire "tu sei la risposta" ma Krueger non riusciva ad afferrarla, nonostante avesse la certezza che ci fosse.
Si spinse verso la porta di sinistra, quella 'in cornu evangelii'; mentre ne guardava le sculture, lo raggiunse il preside con la sua famiglia. C'era anche Ingrid, la sorella più giovane che aveva subito quella strana aggressione nei bagni del bar, quando aveva avuto una crisi epilettica durante il ciclo.
Tutti avevano notato il suo sguardo verso i marmi, e qualcuno fece alcune affermazioni sulle stranezze di quelle figure.
Il preside assunse aria da cicerone e declamò:
"mascheroni, grottesche, figure zoomorfe, motivi rappresentativi che andavano di moda nel cinquecento!"
Ingrid chiese a Krueger:
"Che hanno di così interessante da essere fissate così?"
"Non lo so, esattamente; so che per queste sculture della facciata sono stati spesi più soldi che per il resto del Duomo, e che sono stati fatti venire otto scalpellini da Roma per cercare le pietre giuste e scolpirle. Inoltre, nulla si sa su chi e perchè abbia progettato queste figure."
Ingrid, che aveva una intelligenza spiccata e una passione per gli intrighi disse:
"Interessantissimo. Si potrebbe cominciare a studiare le parti comuni, per cercar e di costruire uno schema. Ad esempio, vedo che ci sono tre scritte uguali, due da una parte e una dall'altra. Che significano?"
"DO.RVVERE.S.CLE. è la 'firma' del cardinale che ha commissionato il Duomo, il Cardinale Della Rovere, dell'ordine di San Clemente."
"E perchè tre volte? perchè uguale?"
Intervenne il preside:
"Ma che domande! Avranno voluto riempire zone vuote con il nome del Cardinale"
Krueger riprese:
"In effetti, la distribuzione è asimmetrica, e ciò non è consona allo stile rinascimentale. Il Romanico presentava volute asimmetrie, il rinascimentale no. Potrebbe essere una asimmetria voluta, certo, come se fosse un messaggio nascosto che ci vuole parlare di tre cose, e di una nascosta. Ora che ci penso, è un 'classico' tre cose uguali + una diversa, a costruire il 4, è il simbolo della conoscenza della materia, che conduce alla quint'essenza. Ad esempio i quattro apostoli i cui simboli sono tre animali + un angelo, oppure in Maria Prophetissa..."
"Sì, il bagnomaria! Ma crede ancora a quelle cose?" Interruppe il preside.
Krueger continuò:
"Maria Prophetissa, alla quale si riporta, erroneamente, l'invenzione della cottura a 'bagnomaria', è famosa per un enunciato che, partendo dall'uno, arriva al cinque, presenta la regola del creato, ed è alla base di molte conoscenze alchemiche. Per citare altri esempi..."
Ingrid, che vagava con gli occhi tra i marmi lo interruppe:
"Ma perchè quell'uomo è strangolato e ha i serpenti in testa?"
La domanda cadde nella mente di Krueger come se improvvisamente un enorme cubo di ghiaccio si fosse sfacellato sul sagrato.
Ingrid continuava:
"E quelle figure li sotto... sembra che soffino un qualcosa in un sacco, come se soffiassero l'anima, come se esalassero l'ultimo respiro; non vi sembra? Che ne dice Padre Krueger?"
Krueger annaspava, cercava aria.
Ma come aveva fatto a non accorgersene? Anni interi a studiare i marmi e poi non s'era acconto che la messinscena dell'omicidio, la parrucca e i serpenti erano identici a quella rappresentazione. Ricordò le foto, i serpenti erano stati messi esattamente allo stesso modo, con le teste incrociate. E quella rappresentazione dell'esalazione dell'anima mentre la persona viene strangolata... quella lingua di marmo, che esce dalla bocca spalancata a cercare aria... come aveva fatto a non collegarlo?
Ma ancora, come poteva uno scultore del millequattrocento rappresentare un delitto avvenuto pochi giorni prima?
Krueger toccava con le mani il marmo, quasi a rendersi conto che fosse vero. Si sentiva febbricitante.
Riprese Ingrid, le cui parole quasi facevano male a Krueger:
"Quella rappresentazione è in corrispondenza di una delle tre scritte; se tanto mi dà tanto troveremo in ognuna delle scritte qualcosa che è collegato con la prima scultura, quella dei serpenti."
Ingrid riprese, in tono scherzoso, con tono anch'essa da cicerone, imitando il fratello:
"A fianco della seconda delle tre scritte potete ammirare un bel teschio di bue da macelleria inghirlandato e con sotto di sé due irosi draghetti. Vero Padre Krueger?"
"... si. vero. Innanzitutto è giusta la sequenza della numerazione; nelle chiese si procede dal basso verso l'alto, da destra verso sinistra, dal fondo verso l'altare. Quindi hai ragione, il primo da considerare nella sequenza è la testa dell'uomo strangolato coi serpenti e la seconda è il teschio con i draghetti."
Il viso di Krueger era terreo, il tono inconsuetamente tremolante e, si sarebbe detto, spaventato.
Fu l'altra sorella, Maddalena, a chiedere "Padre Krueger si sente bene?"
Fu invece il preside Guerini a capire cosa pensava Krueger, e a collegare l'omicidio con la scultura. Disse:
"Padre Krueger, ma non vorrà collegare l'omicidio Destefani con questi marmi?"
Non s'è mai sentito di marmi che ridano, ma Krueger giurò di aver sentito i marmi ridere di lui, mentre rispondeva:
"Non lo so, ma qualcosa mi colpisce profondamente nelle analogie."
Ingrid riprese "Ma allora è intrigantissimo.. proseguiamo l'indagine."
"No disse Krueger, forse è meglio di no."
"Come no! E' la cosa più divertente che mi è successa a Torino! Un'omicidio e dei marmi che ne parlano! Continuiamo!"
Il preside insistette, Krueger tentò di comunicare qualcosa con lo sguardo indicando Ingrid al preside con aria preoccupata, ma non sortì effetto.
"Va bene, continuiamo.
Quindi troviamo nella seconda posizione un teschio di bue, o bucranio. Spesso usato come allegoria nelle sculture, rappresenta la fertilità e, più direttamente, la femmina.
Questo perchè la figura che si rappresenta è identica alle trombe di Falloppio e agli organi genitali femminili, che sono esattamente ciò che si viene a rappresentare, non potendolo fare esplicitamente.
Il fatto che abbiano dei festoni inoltre indica un periodo diverso dagli altri, un periodo di festa, un periodo notevole; normalmente indica il ciclo.
I due draghetti sotto, invece, con le fauci spalancate in quel modo, irosi, vengono utilizzati per indicare la pazzia; il drago infatti è la rappresentazione delle potenze incontrollate dell'inconscio."
Ora Ingrid non rideva più.
Aveva capito.
Cominciò a singhiozzare.
Il preside Guerini intervenne "Che succede? Perchè piangi? Krueger ma..."
Ora Krueger riaveva la sua voce normale, se ne rese conto e ne fu lieto.
Mentre la 'prima stazione' indicava il delitto, cioè il seme di un uomo soffocato, la 'seconda stazione' indica il sangue del ciclo di una donna pazza, cioè quello che probabilmente hanno prelevato ad Ingrid quella sera della crisi epilettica".
Il preside divenne tetro in volto:
"Ma cosa dite? siete pazzi? Ingrid ma quella sera ti hanno..."
Ingrid alzò gli occhi dal trucco sbavato, li puntò fermi verso Guerini:
"Sì, ora lo ricordo. Una donna. Mi ha preso del sangue del ciclo."
Tutti emisero un sospiro preoccupato, mentre la mente di Krueger continuava un lavorìo incessante.
Ora i conti cominciavano a tornare; erano chiari il delitto e quello strano inconveniente ad Ingrid, inoltre era anche chiaro cosa aveva liberato l'iradidio che aveva spostato il camion. L'essere riusciti a ricostruire in parte l'opus alchemica aveva generato gli effetti indesiderati dei quali qualche alchimista aveva parlato; nel millequattrocento avevano causato il crollo della torre campanaria, lì a pochi passi da loro, oggi avevano spostato un camion dalla strada.
Quel portale era una indicazione, una testimonianza di qualcosa di potente; altro che 'grottesche e figure zoomorfe alla moda'.
Potenze totalmente fuori controllo; seme di uomo che muore, mestruo di donna pazza combinati... come? Da parte di chi?
E ora che sarebbe successo?
Tutti guardarono Krueger, e la domanda fu una sola: cosa c'è nella terza stazione, dove c'è la terza scritta?
Krueger la esaminò, con l'attenzione che non gli aveva mai dedicato; bastarono pochi secondi.
Disse solo:
"oddio no."
[Portale del Duomo di Torino, Grottesche]
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