conTeStabile fiera
La ragazza correva con passi alti, quasi saltando, un po' rabbiosa mordeva la salita.
Il monferrato le scorreva sotto i piedi e negli occhi; la coda dei capelli cadeva sulle spalle sudate.
C'era qualcosa di grato in quel mordere ed in quel sudare; la consapevolezza d'esserci arrivata a quegli sforzi, a quei sudori, a quelle salite: sentiva su di sè il proprio sguardo fermo, finalmente stabile, in quel silenzio dove i rumori della bassa valle non esistevano più, ormai diventati passato.
Nessuno che le avesse detto cosa fare, che ritmo tenere, come affrontare lo sforzo; c'era arrivata da sola, con la disperazione e gli occhi aperti.
Forse oggi ha qualche fugace tristezza in più, forse è solo un po' meno disincantata; ma per correre così, a testa alta nella salita, cosa non varrebbe la pena fare?
[dedicata alle donne che ogni giorno corrono in salita]