Ben venga maggio, ben venga questo mese femmina così gravido di significati da lasciare storditi e increduli di fronte a tanta abbondanza; ben giunga questa liturgia per affondare i pensieri nei simboli che ci riconnettono al tempo e alla madre terra, ben venga questa quinta festa dell'anima che affamata di senso chiede ai miti la manna che in questo mese di grazia scende così abbondante.
Basta aprire gli occhi: la natura è davanti a noi e si rivela come un libro aperto; da anni, come persone, ne vediamo il dispiegarsi in questa stagione, portiamo dentro il gusto delle sensazioni che ci ha regalato e la speranza in quelle che ci infonderà.
Come al solito la mente curiosa non ancora paga di tanta beatitudine vuole spingersi un po' più in là... sta nella natura umana la ricerca d'altro, lo spingersi oltre le colonne d'Ercole per cercare ancora, e ancora.
Tanto che il simbolo delle menti curiose inciso nella pietra in Notre Dame a Parigi porta nella mano sinistra uno scettro, simbolo di maestà; nella mano destra due libri: uno aperto, nel quale si può leggere; uno chiuso che è invece da conquistare, che porta a quelle conoscenze segrete che si svelano solo a chi le vuole cercare; in mezzo una scala, cioè l'ascensione dalle regioni più basse a quelle più eteree e sopraffine (ha la testa nelle nuvole!), il viaggio al centro della mente, l'unione dei contrari, le nozze alchemiche, i significati che hanno portato a quell'hieros gamos, le nozze sacre che il genio di Kubrick ha suggerito nell'ultima testimonianza, l'incompiuto eyes wide shut .
L'occhio della Kidman nella locandina del film (il titolo tradotto significa 'occhi completamente chiusi') dice parecchio sulla scelta, non a caso, del rituale iniziatico rappresentato nel film tratto da doppio sogno di Arthur Schnitzler (letto dal regista ai tempi di Arancia Meccanica), una 'discesa nelle profondità della mente' [wp]. Il perfezionista che ha scritto '2001 odissea nello spazio' non poteva scegliere 'a caso' il rituale delle nozze sacreche, vedremo, sono rappresentate anche in luoghi insospettabili.
.... forse è meglio prendere le cose con più calma ed entrare nel maggio dell'anima con la tranquillità e la devozione che il mese richiede.
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La simbologia stagionale è chiara; quella che era una aggressiva piantina in lotta per la vita nel marziale, maschio e combattivo mese precedente ora è diventata grande, è nel pieno della vita e si accinge a procreare. La vegetazione è fitta, le tenere foglioline primaverili si fortificano e passano ad un forte verde smeraldo. Proprio questo verde è uno dei simboli del mese; in questo periodo assume la pienezza del colore ubriacando gli occhi che si fermano a fissare le distese dei campi o dei boschi, struggendo di ataviche nostalgie l'osservatore attento. Il verde è legato al rilassamento, alla calma, al cuore, alla guarigione, all'evoluzione e all'equilibrio; è tonicizzante perchè dà energia ed è esattamente alla metà dello spettro solare: equilibrato.
Questa energia bilanciata e illuminante è stata spesso assorbita dai miti antichi che si sono risolti in tradizioni nelle quali è spesso presente una pianta altissima, sovente sfrondata in basso lasciando solo i rami più alti, simbolo dell'illuminazione che può essere data all'uomo che ne voglia essere contagiato percorrendone la strada dalle radici fino al cielo altissimo.
Così ad esempio l'Yggdrasill, il grandissimo magico frassino della mitologia celtica, il più grande di tutti gli alberi, che è così grande da attraversare tutti e nove i mondi e da reggere con i suoi rami l'aquila depositaria di antichi segreti, aquila così grande che tra i suoi occhi si può vedere volare un falco. Albero cosmico, sostegno del cosmo e dei mondi, Yggdrasil annuncerà con il suo tremolio, fonte di spaventosi cataclismi, che la fine dei tempi è quasi arrivata e quando si abbatterà trascinerà con sé tutto il creato.
Allo stesso modo l'albero può rappresentare i significati della scala nella pietra di Notre Dame di cui si parlava prima o la scala del sogno di Giacobbe, padre dell'ebraismo (una scala che stava in terra, la cui cima arrivava al cielo, ed ecco angeli di Dio vi salivano e vi scendevano - Gn 28,12); l'albero della cuccagna delle nostre feste non è che la traduzione in volgare del mito: in questo modo lo possiamo osservare nel libro aperto!
Questa energia del periodo nelle feste antiche si trasformava nei riti dei Floralia, (Flora, il sacro nome di Roma) feste orgiastiche in favore della natura, Magna Mater, con protagoniste prostitute che si fingevano sacerdotesse come simbolo della sessualità allo stato puro: "era ammessa una maggior lascivia, con profusione di scherzi e grandi bevute" [wp] con lo scopo di legare la sessualità umana con la fertilità vegetale.
Tiepolo, Trionfo di Flora [particolare]