orfano di papa

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Non può che traumatizzare la dimissione di un papa; non può che gettare nello smarrimento. Cerco di spiegarmi, ben conscio di invadere territori non miei e di peccare di presunzione; ma tant'è, la rete serve anche ad accogliere gli sfoghi degl'imbecilli.
Non sto parlando da cattolico; non mi definisco tale, immagino di non esserlo e, in ogni caso, l'affermazione va discussa con chi legge perchè senza  basi comuni è inutile il ragionamento e non si arriva che ad incomprensioni.
Comunque non sono cattolico per quello che è il comune sentire; tantomeno praticante.

Scomodando Croce, ognuno di noi non può dirsi non cristiano; tale è la rivoluzione portata dal cristianesimo alle nostre latitudini che chiunque voglia affermare di non esserlo non può che farlo prendendone le distanze, cioè affermandolo, prendendolo come punto di riferimento; vale per chi si professa laico, ateo, non credente: l'immensità culturale che ha intriso gli ultimi duemila anni della nostra storia ci ha modificati, sostentere il contrario significa essere un moscerino sull'autostrada intento a spaccare il parabrezza che arriva. Siamo tutti cristiani: ognuno a modo proprio, per esempio negandolo.

Soprattutto chi prende le distanze dal cristianesimo ha un bisogno immenso di cultura cristiana al di là delle proprie certezze; liquidarne l'immensità a causa dei preti pedofili, del cinque per mille o dello Ior è piccolezza di pensiero, comoda scappatoia per liquidarne le suggestioni del messaggio.

La religione parla per simboli; non per enunciati scientifici o filosofici.
La religione cristiana non è [solo] quella nata con Cristo; è una trasformazione dei culti e dei miti precedenti che, si propone, ha avuto in Cristo un senso compiuto e finale.
Culti e miti precedenti che, anch'essi, hanno avuto origine da altri ancora, fino a trovare il legame indissolubile dell'uomo con il pianeta che abita, le certezze solide ed indiscutibili; potete pensarla come volete ma domattina il sole sorgerà e le stagioni cambieranno, qualunque sia il vostro pensiero.
Questa religione esprime la Verità in forma simbolica e la propone all'uomo; perchè il simbolo ci appartiene, è eterno, oltrepassa la storia. La nostra essenza è costituita di simboli e archetipi dei quali siamo dotati dal momento della nascita, che ci pre-esistono e ci uniscono all'umanità. Quando un bimbo nasce, nasce un fiore: che ha radici che gli preesistono e che decorrono sotterranee verso altri fiori, radici dalle quali parte la sua vita, non è tabula rasa.
La religione (non solo quella cattolica) parla in modo simbolico delle nostre basi e ci suggerisce la via per scoprire la scintilla divina che custodiamo, per tornare a casa.

La verità simbolica è abbandonata senza protezione all'intromissione del pensiero scientifico che è totalmente inadatto a maneggiare i simboli ma che ha facile vittoria per la manifesta inverosimiglianza della realtà simbolica che impedisce di credere in essa.
Oggi i ministri del culto  dovrebbero far parlare la realtà simbolica non solo al sentimento ma anche all'intelletto perchè risulta totalmente insensato dare risposte spirituali totalmente diverse dalla vita percettibile, tangibile.
La fede, per chi ce l'ha, è un dono della grazia, ma non è affatto una via di uscita per chi non ce l'ha e vorrebbe capire qualcosa prima di abbracciarla; ma i simboli si possono capire, questo ci è dato, e la lettura simbolica può essere interpretata ed avvicinare la mente curiosa alla Verità.

Per millenni ci è stata contrabbandata la verità simbolica come realtà tangibile e ci è stato chiesto un atto di fede come cambiale in bianco; dimenticando il motore della religione, la sua verità totalizzante anche per l'intelletto, sconfessando e svilendo le vie simboliche percorse dalle menti coraggiose come l'alchimia che sempre ha riconosciuto in Cristo la luce prima.

La Chiesa è simbolo all'ennesima potenza: la comunità dei credenti. Organizzazione di uomini depositaria della Verità che interpreta il messaggio originale [simbolico, nato ben prima di Cristo, all'alba dell'uomo] e lo comunica a tutti: la buona novella che ci solleva dal mondo di brutalità e tristezze, raccolta delle forze e della fede di tutti, entità di una potenza mistica incredibile; a capo di essa un uomo, uno solo, infallibile.
Non un consiglio di amministrazione, un'assemblea degli anziani, un modo di condividere il peso delle decisioni: un uomo solo, che incarna i duemila anni di storia eredità del cristianesimo ed è lì ad essere testimonianza, vicario in terra di Cristo.

La Chiesa è nata abortendo alcune espressioni dell'uomo; sentitamente quella sessuale favorendo l'ascetismo e condannando la femmina. Come anche i raccattapalle sanno (cit. Gianni Clerici) basta sopprimere qualcosa perchè rispunti, negativamente, da un'altra parte: ben ne conosciamo i miseri risvolti.
Il potere temporale nei secoli ha dato origine a soprusi e ingiustizie innumerevoli, macchie non cancellabili dalla sua storia; sistema che a tutt'oggi prosegue in modi che ci sono più o meno conosciuti. Ha ben ragione chi critica questa istituzione; se ne potrebbe dire tutto il male possibile.

Come in tutte le cose di questo mondo esiste una polarità; da una parte la potenzialità immensa della Verità, dall'altra l'immonda storia; a capo di tutto, un uomo solo, che rappresenta tutto.

Se questa persona si dimette qualcosa non funziona più, qualcosa manca, qualcosa mi manca. Mi trovo spaesato in quest'assenza; al di là della persona e del suo pontificato è il simbolo che incide in me. Una chiesa senza papa è molto più grave delle dimissioni di Ratzinger; sono due concetti diversi.
Chiunque può decidere di non fare più qualcosa, di dimettersi, per centomila ragioni, magari tutte plausibili.
Ma una Chiesa nella quale il Papa si dimetta scava profondamente nel simbolico, è un evento tellurico, scuote le fondamenta del nostro essere, soprattutto dei laici dall'ampia vista che hanno coscienza del citato detto Crociano e che annusano l'aria da diluvio universale che sembra spandersi in quest'inizio di quaresima 2013.

[parecchie idee e citazioni da C.G. Jung, in particolare da Psicologia e Alchimia,  I simboli della trasformazione, L'albero filosofico]

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