La trasparenza tutti la chiedono, nessuno la dà.
Perchè essere trasparenti? perchè è giusto. Perchè non esserlo? Perchè mi conviene.
Con il nostro sistema di potere la trasparenza non l'avremo mai; mi servo di una teoria, tre esempi ed una conclusione.
- la teoria -
Con il concetto di trasparenza si identifica di solito la modalità del rapporto tra enti e/o persone; per esempio tra un'amministrazione ed i suoi amministrati, o tra un rappresentante ed i suoi rappresentati.
Tra le due parti una è in una posizione prevalente rispetto all'altra; ha più potere.
Di solito è proprio questa che non vuole la traparenza; ed ha ragione, perchè dal punto di vista utilitaristico non le conviene; conviene invece a chi è in posizione più bassa perchè non ha nulla da perdere, anzi: ci guadagna nel controllo dell'azione dei suoi rappresentanti.
Postulato il fatto che le regola le impone chi ha il potere è facile dimostrare che
le procedure di trasparenza saranno sempre e solamente una bell'idea e mai una applicata realtà; per lo meno in questi nostri luoghi ed in questi tempi.
-esempio #1 -
A livello locale, nel mio comune, nel momento della creazione di una nuova associazione (quella che sarebbe diventata 'La Cassa un paese per tutti') ho proposto, facendone parte ed invitato a suggerirne regole per il funzionamento, alcune modalità di esercizio della rappresentanza che inchiodavano i rappresentanti ad essere il più possibile trasparenti fissando momenti obbligatori di condivisione del lavoro svolto ed impedendo di prendere decisioni non comunicate alla base.
Nel momento di costituzione della associazione i (potenziali, in quel momento) rappresentanti hanno - volutamente - ignorato i suggerimenti in questo senso; stimolati a parlarne negandogli il voto hanno addotto motivazioni sterili e messo in atto prese in giro nei miei confronti non essendo in grado di ribattere con la ragione.
In questo modo, sicuramente, si sono difesi i privilegi di chi esercita il potere si rappresentanza; si è tuttavia seminato un virus che ha prodotto, con il tempo, la perdita del consenso e l'allontanamento dei membri maggiormente attivi, favorendo invece lo stretto anoressico nucleo centrale di comando, oggi diventato sterile e privo di propositività.
- esempio #2 -
A livello nazionale occupandomi di tecnologie dell'informazione ed approssimandosi il periodo elettorale ( febbraio2013) ho pensato di costruire una piattaforma di democrazia partecipata perchè, pensavo, sarebbe stato un ghiotto oggetto a disposizione di chi volesse dimostrare il livello di democrazia al proprio interno.
Dopo qualche periodo di studio è stata
realizzata la piattaforma (demorìza) integrando metodi di partecipazione derivati dalle scienze sociali e proposti dalle università; il
proxy voting per il voto semanticamente distribuito, il
metodo di Shulze per la definizione delle opzioni maggiormente gradite, la georeferenziazionie del voto per le analisi del territorio.
Il sistema è stato proposto a più schieramenti politici.
Quelli che si riconoscono nell'area di destra non hanno considerato affatto l'opzione; il mito dell'uomo solo al comando (altrochè democrazia partecipata) è nel DNA di queste persone.
Viceversa quelli che si trovano dall'altra parte dello schieramento, o al centro, hanno accettato di buon grado un colloquio di proposta sull'argomento; colloquio che si è svolto nella manierà più interessata finchè venivano spiegati i meccanismi con cui le tecnologie possono, effettivamente, contribuire a scelte democratiche partecipate, dopodichè i visi diventavano scettici e poi ancora spaventati quando ci si rendeva conto che questo metodo
effettivamente dà il potere alla base e, di conseguenza, lo toglie ai rappresentati che erano davanti a me seduti e che, capita la questione, perdevano interesse e salutavano garbatamente.
- esempio #3 -
Il terzo esempio è internazionale e riguarda l'esperienza del partito pirata che ha realizzato una piattaforma (basata sul metodo di Shulze e qualcosa del proxy voring, niente analisi geografica) che ben funziona per la Svezia e la Germania, dove ha figliato i partiti-pirata lì presenti. Quando la stessa piattaforma è stata installata ed utilizzata in Italia sono usciti i problemi: tutto è andato bene finchè si trattava di
consultare la base, mentre quando si è arrivati al nocciolo della questione, cioè quando con regole democraticamente adottate la base era in grado di modificare lo statuto stesso del partito e scalzarne i vertici.... tutto è crollato.
- conclusione -
Non c'è da scaldarsi quando un subordinato parla di trasparenza: è ovvio che a lui conviene. E' invece interessante seguire la parabola di chi nella trasparenza crede e la mette in atto quando è in luoghi di potere. Si trova sicuramente in una posizione difficile, di equilibrio precario ed in balìa degli avvoltoi che della trasparenza se ne fregano; ma, se agisce bene, ha un popolo intero a spingerlo avanti.